Questa semplice applicazione consente di calcolare istantaneamente la percentuale di invalidità totale in presenza di menomazioni plurime coesistenti o concorrenti con la formula di Balthazar e la formula Salomonica.
Seleziona il metodo di calcolo da applicare in base alla correlazione delle singole infermità, inserisci le percentuali di invalidità nell’apposito riquadro (anche più di due) separandole con lo spazio e clicca su Calcola.
Nota:
Come separatore dei decimali puoi utilizzare indifferentemente sia il punto che la virgola e inoltre puoi inserire i numeri seguiti dal simbolo della percentuale (%).
Per una maggior precisione nei calcoli è possibile specificare fino a 2 decimali per l’arrotondamento.
La normativa di riferimento è il D.M. 5 febbraio 1992, pubblicato sulla G.U. n.47 del 26/02/1992, dal titolo: "Approvazione della nuova tabella indicativa delle percentuali di invalidità per le minorazioni e le malattie invalidanti".
Per la valutazione del grado di invalidità il D.M. mette a disposizione una tabella che, in base alla patologia o alla menomazione, riporta il valore percentuale di invalidità da attribuire con due modalità: in misura fissa oppure all’interno di un range prestabilito.
Il D.M. distingue inoltre tra il caso in cui l’infermità accertata sia unica oppure siano presenti invalidità plurime.
In caso di infermità plurime si valutano prima di tutto le percentuali relative alle singole infermità tramite l’apposita tabella e si stabilisce successivamente se le invalidità dovute a menomazioni multiple derivano da un concorso funzionale (menomazioni concorrenti) oppure da una semplice coesistenza (menomazioni coesistenti).
Le menomazioni coesistenti interessano organi e apparati funzionalmente distinti tra loro.
Il D.M. stabilisce espressamente la metodologia da adottare che consiste nell’applicare il c.d. calcolo riduzionistico ed indica la formula da utilizzare:
dove:
It è l’invalidità totale da calcolare
I1 è l’invalidità della prima menomazione espressa in notazione decimale (percentuale diviso 100)
I2 è l’invalidità della seconda menomazione espressa anch’essa in notazione decimale
La formula, conosciuta anche come formula riduzionistica "a scalare" di Balthazard, in pratica stabilisce che l’invalidità totale risultante è la somma delle invalidità parziali diminuita del loro prodotto.
Esempio:
Per due lesioni coesistenti valutate rispettivamente il 35% e il 20%, applicando la formula di Balthazard avremo:
Il principio che sta alla base del ragionamento è che per un soggetto già menomato la seconda menomazione deve essere rapportata alla c.d. capacità residua che è data da 100 - la percentuale della prima menomazione.
Con riferimento all’esempio, la capacità residua dovuta alla prima menomazione è il 65% (100% - 35%).
In caso di menomazioni superiori a due, si applica iterativamente la stessa formula fino ad ottenere un’unica percentuale di invalidità.
Le menomazioni concorrenti interessano lo stesso organo o lo stesso apparato.
In molti casi le invalidità plurime concorrenti sono già "tabellate" (ad esempio in caso di danni oculari, acustici, menomazioni agli arti ecc…).
Negli altri casi il D.M. indica solamente di procedere ad una valutazione complessiva che non consiste nella somma aritmetica delle singole percentuali di invalidità, senza tuttavia specificare alcuna formula o metodo di calcolo come nel caso delle menomazioni coesistenti.
Per ovviare a questa carenza, nel corso del tempo si è consolidato l’uso da parte delle Commissioni della c.d. formula salomonica, o calcolo intermedio salomonico la cui formula è la seguente:
In altre parole, l’invalidità complessiva si ottiene sottraendo alla somma delle singole menomazioni la metà del loro prodotto.
Analogamente alla formula di Balthazard, in presenza di due o più menomazioni concorrenti sullo stesso organo o apparato, si applica iterativamente la formula salomonica fino ad ottenere una sola percentuale di invalidità.
Avvertenza:
Questa applicazione é utilizzabile per un uso non professionale e le informazioni fornite si intendono a carattere indicativo.
Nonostante l’impegno profuso nell’analisi e nello sviluppo del software non é possibile escludere la presenza di errori, per cui si consiglia di controllare sempre i risultati ottenuti.
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