Applicazione per il calcolo dell’acconto IRPEF da versare nel 2024.
Per calcolare l’acconto Irpef secondo il metodo "storico" e le relative rate da versare inserisci il valore dell’Irpef Netta che risulta dalla dichiarazione dei redditi e clicca sul bottone [Calcola].
Per quanto riguarda il modello REDDITI inserisci il valore del rigo RN34 (DIFFERENZA).
NOTA: è possibile utilizzare l’applicazione anche per calcolare l’acconto Irpef secondo il metodo "previsionale"; in questo caso inserisci nello stesso campo l’importo dell’Irpef che prevedi di versare il prossimo anno.
Il campo "Prima rata già versata", se compilato, consente di calcolare la seconda rata dell’acconto Irpef
come differenza tra l’acconto complessivo e quanto versato nella prima rata.
Attenzione: è necessario inserire l’importo della prima rata sempre al netto dell’eventuale maggiorazione.
Una volta effettuato il calcolo, i codici tributo da utilizzare per il versamento con il modello F24 sono visualizzati nella prima colonna sulla sinistra.
Se una scadenza cade di sabato o in un giorno festivo viene indicato il primo giorno lavorativo successivo.
Per ciascuna rata di acconto calcolata è disponibile inoltre il bottone per inserire la scadenza direttamente in Google Calendar.
(*) Se nel rigo RN61 è barrata la casella di Col.1 ("Casi Particolari"), inserire l’importo indicato in RN61 Col.4.
Se, invece, nel rigo RN61 non è barrata la casella di Col. 1 ("Casi Particolari"), inserire l’importo indicato nel rigo RN34.
Avvertenza:
Nonostante l'attenzione impiegata nella realizzazione di questa applicazione non è possibile escludere la presenza di errori nei calcoli.
L'applicazione è utilizzabile per un uso non professionale e le informazioni fornite si intendono a carattere puramente indicativo.
Per segnalare eventuali errori o malfunzionamenti clicca qui.
Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, l’importo dell’Irpef a saldo che risulta dal modello REDDITI PF
e l’eventuale prima rata di acconto devono essere versati entro il 30 giugno dell’anno in cui si presenta la dichiarazione.
E’ possibile versare sia il saldo che la prima rata dell’acconto entro il successivi 30 giorni pagando una
maggiorazione dello 0,40%.
La scadenza per l’eventuale seconda o unica rata dell’acconto Irpef è invece il 30 novembre.
Per il 2024 le scadenze sono
Il 1 luglio per il saldo e il primo acconto (il 30 giugno è domenica) e il 2 dicembre per il secondo o unico acconto (il 30 novembre è sabato, il 1° dicembre è domenica).
Per il 2024 la scadenza per il versamento con maggiorazione dello 0,40% è il 31 luglio
.
Per i contribuenti non interessati dalla proroga l’acconto della cedolare secca deve essere versato entro il termine canonico indicato da questa applicazione.
NOTA BENE:
Il D.L. 76/2013, all’articolo 11, comma 18 (disposizioni in materia fiscale) ha stabilito che
"a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, la misura dell’acconto dell’imposta
sul reddito delle persone fisiche è fissata al 100 per cento".
Poiché tale percentuale è cambiata dopo la scadenza del versamento della prima rata è neccessario indicare
nella maschera l’importo della prima rata 2013, esclusa l’eventuale maggiorazione per ritardato pagamento.
In questo modo la seconda rata sarà calcolata automaticamente per differenza.
Tutti i contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi con il modello REDDITI devono versare le imposte utilizzando il modello F24.
I codici tributo da utilizzare sono i seguenti:
4001: | Irpef – Saldo |
4033: | Irpef – Acconto prima rata |
4034: | Irpef – Acconto seconda rata o unica soluzione |
L’acconto Irpef è dovuto se l’imposta dovuta in un determinato anno (riferita, quindi, all’anno di imposta precedente),
al netto di tutte le detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze, è superiore a 51,65 euro.
Con riferimento al modello REDDITI, per stabilire se l’acconto Irpef è dovuto o meno, occorre controllare l’importo indicato nel rigo RN34 DIFFERENZA.
Dal momento che gli importi indicati in dichiarazione sono sempre arrotondati all’euro superiore o inferiore, l’acconto
è dovuto solo se l’importo del rigo RN34 è maggiore o uguale a € 52.
L’acconto Irpef può essere determinato con il metodo storico o con il metodo previsionale.
Con il metodo storico, che è peraltro il più diffuso, l’acconto viene calcolato sulla base dell’imposta relativa all’anno precedente
(ovvero quella indicata nella dichiarazione).
Per quanto riguarda l’Irpef l’acconto è pari al 100%
dell’imposta dovuta e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:
- versamento unico, entro il 30 novembre, se l’acconto non supera 257,52 euro.
- in due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro:
1) la prima rata pari al 40% entro il 30 giugno (insieme al saldo),
2) la seconda rata (il restante 60%) entro il 30 novembre.
Se la scadenza cade di sabato o in giorno festivo è prorogata automaticamente al primo giorno lavorativo successivo, come ad esempio per la dichiarazione 2024: la scadenza del 30 giugno è prorogata al 1 luglio perché il 30 giugno è domenicae la scadenza del 30 novembre è prorogata al 2 dicembre perché il 30 novembre è sabato, il 1° dicembre è domenica.
E’ possibile determinare l’acconto in base al reddito che si prevede per l’anno in corso.
Per non incorrere nelle sanzioni (con relativi interessi) in caso di acconto insufficiente, si consiglia di avvalersi di questa possibilità con molta attenzione,
ad esempio quando si prevedono minori entrate o maggiori deduzioni o detrazioni di imposta per l’anno in corso,
(spese mediche di una certa entità, interventi di risparmio energetico, riscatto degli anni di laurea, nuovi versamenti per la pensione integrativa ecc.).
Il saldo Irpef e la prima rata di acconto possono essere versati in rate mensili
mentre l’acconto di novembre deve essere pagato in unica soluzione.
In ogni caso, il versamento rateale deve essere completato entro il mese di novembre.
L’Agenzia delle entrate ricorda che gli importi delle imposte che scaturiscono direttamente dalla dichiarazione devono essere versati arrotondati
all’unità di euro, così come determinati nella dichiarazione stessa.
Se, invece, l’ammontare indicato in dichiarazione deve essere successivamente elaborato (ad esempio per calcolare
acconti o rateazioni)
prima di essere versato, si applica la regola generale dell’arrotondamento al centesimo di euro (es. euro 10.000,752 arrotondato diventa
euro 10.000,75; euro 10.000,755 arrotondato diventa euro 10.000,76; euro 10.000,758 arrotondato diventa euro 10.000,76) trattandosi
di importi che non si indicano in dichiarazione ma direttamente nel
modello di versamento F24.